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"Il poeta deve essere serio, composto... voi siete poeti con le maniche corte! "Quella provocazione, lanciata all'ora dell'aperitivo da un amico, tra un assaggio e un bicchiere (malvasia di candia, ne sono certo), l'ho voluta rigirare intellettualmente a favore di prospettiva. Come fosse una frittatina calda, con erbe buone e porri... che bello sarebbe! Che bello sarebbe cantare spensierati nel maggio di una civiltà solare... Che bello sarebbe prendersi per mano nelle lunghe sere estive, con la grazia di un racconto lunare...Che bello sarebbe non avere l'ossessione della scrittura perfetta, che tanti sordi corridoi produce... e gente che vi sosta da una vita. Un poeta con le maniche corte, eterno dilettante (che agisce per diletto dunque): ecco quello che ci vuole, oggi! Al lettore il compito di sorridere o deridere, deliziarsi o dileggiare, emozionarsi o rimanere deluso. Una volta consegnate le poesie, al poeta resta il congedo, che "il raggio della luna, ecco, viene a chiamarmi". (Alberto Padovani)